Le Lonte di Terragnolo
Una delle scoperte più eclatanti che il nostro gruppo abbia mai fatto solo le Lonte di Terragnolo.
L’inverno scorso mi è capitato, quasi per caso, di parlare con Manuel Cortelazzi, il gestore del Rifugio Rumor, e lui mi racconta che in valle di Terragnolo ci sono molte cascate e un tratto della valle si stringe tanto che le pareti quasi si toccano.
Subito non volevo crederci ma poi, appena la strada della Borcola è tornata percorribile, durante l’inverno viene chiusa al traffico, con alcuni del gruppo siamo andati a dare un’occhiata. La prima perlustrazione non porta a nessun risultato, ma nelle settimane successive ci riproviamo scoprendo che circa 2km dopo Malga Borcola una carrareccia sulla sinistra scende verso il fondo valle fino ad un ponte in cemento. Qui incontriamo il torrente Leno e subito si intuisce che siamo nel posto giusto. L’acqua ha scavato delle profonde marmitte e alcuni stupendi meandri ed avventurandosi lungo il greto del torrente si arriva dopo poco alla prima cascata. Da lì in avanti serve scendere con le corde quindi facciamo marcia indietro e proviamo a scendere rimanendo in alto sulla strada. Il rumore dell’acqua, che scorre sul fondo della valle, è forte e risuona nel bosco. La nostra curiosità è tanta che proviamo ad avvicinarci tenendoci sugli alberi. Siamo solo in due e non è il caso di rischiare ma da una prima occhiata è sicuramente una forra importante. Da quel momento in avanti siamo tornati ormai innumerevoli volte, l’abbiamo scesa, l’abbiamo attrezzata, abbiamo capito che qui sono già passati speleo Trentini del gruppo Roner Sat di Rovereto agli inizi degli anni Novanta ma poi è stata dimenticata in favore di itinerari più interessanti. In quegli anni il torrentismo era agli inizi e gli itinerari da esplorare erano tantissimi. Di quella discesa rimangono ancora pochi e isolati ancoraggi a memoria di come si scendessero i canyon oramai trent’anni fa. Alla fine questo itinerario si è rivelato tra i più belli e completi che si possano scendere dalle nostre parti, siamo a cavallo tra le province di Trento e Vicenza. Un rapido avvicinamento, una discesa entusiasmante ma mai pericolosa o troppo difficile e un rientro su comoda strada sterrata, la rendono perfetta. L’unico avvertimento che è importante ricordare e quello di fare estrema attenzione alle previsioni meteo, inquanto l’itinerario è stato già riatrezzato 3 volte a causa delle piene. Nella parte centrale della forra la valle si stringe tanto che in alcuni punti le pareti sono larghe meno di un metro e non ci sono vie di fuga in caso di bisogno. Nella tarda primavera e inizio estate 2024 ci sono stati alcuni fenomeni atmosferici talmente abbondanti che le acque intrappolate in questa strettoia rocciosa hanno lesionato e asportato buona parte degli ancoraggi installati, costringendoci a spostate gli armi ogni volta sempre più in alto. Ad ogni modo l’ambiente è fantastico, le pozze hanno un’acqua di color smeraldo e sono tutte tuffabili, previa verifica. qui sotto il link al trailer del docufilm che sto girando in valle…