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Forre del Vicentino

Vicenza Canyoning

N° 1 – Rio Malo

Il Rio Malo è un interessante canyon che scende dal versante di sinistra orografica della Val d’Astico e segna il confine tra le province di Vicenza e Trento, quindi il percorso è anche in parte Vicentino. Qui le acque del Rio hanno scavato nei calcari grigi un interessante gola in cui si alternano passaggi su corda tra alte pareti, a tratti di marcia in un ambiente severo e senza accessi o vie di fuga. Lo scorrimento all’inizio è modesto ma durante la discesa alcuni piccoli affluenti aumentano la portata che rende comunque la discesa molto tecnica, varia e sostenuta. L’itinerario inizia in corrispondenza di un attraversamento stradale sul torrente e termina al parcheggio della rinomata Taverna “da Clara” con comodo parcheggio e fontana in cui ci si può lavare.

N° 2 – Val della Fontana

La storia della scoperta e della esplorazione di questa valle va ricondotta a un fortuito, quanto inatteso, colpo d’occhio verso le pareti rocciose sopra Carotte di Pedemonte, sempre nella meravigliosa Val d’Astico. Su questo settore della valle, lato di sinistra orografica, quando piove molto si intravvedono alcune cascate, semi nascoste dalla vegetazione, ed è questa la scintilla che ha acceso la nostra curiosità, un giorno di fine 2020. Aveva piovuto molto e una furiosa cascata faceva bella mostra tra due pareti rocciose, creando una particolare linea di caduta. Non ci volle molto per capire che il potenziare torrentistico fosse importante ma mai avremmo pensato di trovare, scendere e documentare ben 25 cascate e molti altri piccoli scivoli rocciosi. Il torrente scende dagli altopiani sommitali, di “Oseli” e “Lavarone” e lo scorrimento si intercetta alla quota di 860slm in corrispondenza di una strada forestale, che dall’ abitato di “Piccoli” si inoltra tra le pareti e con un veloce avvicinamento di 15 minuti si perviene comodamente all’attacco della forra. L’aspetto più interessante è la formidabile sequenza di calate in corda, praticamente si continua a scendere senza mai abbandonare la verticale, in ambiente aperto e soleggiato, rivolto a sud-sudovest quindi con esposizione eccellente per avere una buona luce durante tutta la giornata. Tutto l’itinerario è caratterizzato dalla presenza di concrezioni di travertino, una roccia calcarea sedimentaria composta da cristalli di calcite. Queste incrostazioni ricoprono le cascate e il fondo del torrente creando particolari effetti estetici e limitando molto gli scivolamenti. Altra curiosità, che merita un piccolo approfondimento, è il nome di questa piccola valle sconosciuta. Sulle carte topografiche non viene riportato nessun nome preciso ma dopo alcune indagini e parlando con gli abitanti della contrada, siamo riusciti a capire che gli anziani l’hanno sempre chiamata “Valle della Fontana” in quanto l’acqua della valle, fino agli anni cinquanta, veniva utilizzata per usi domestici e prelevata da un’antica fontana che oggi fa bella mostra di sè all’ingresso del paese.

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N° 3 – Val Stùtal

Questo itinerario completa la proposta torrentistica dell’alta Valdastico e va ad aggiungersi agli altri itinerari esplorati e attrezzati molto recentemente dal gruppo Vicenza Canyoning. La valle scende dagli altopiani sommitali di sinistra orografica e la sua grande cascata è ben visibile anche dal fondo valle. Può essere considerata la sorella gemella della più complessa “Val della Fontana” che scende a poche centinaia di metri più a nord, ma a differenza della vicina, questa ha una portata interessante solo dopo abbondanti piogge. Vale comunque la pena scenderla per la continuità delle calate e per la varietà degli ambienti attraversati. Un veloce avvicinamento e un altrettanto rapido rientro la rendono ideale per una discesa di mezza giornata.

N° 4 – Val Civetta

La forra è conosciuta soprattutto per la sua cascata finale, la Civetta.

Il toponimo deriva dalla valle omonima che scende dai versanti nord orientali della Val d’Astico ed è l’unica forra della zona ad avere un importante scorrimento idrico, in tutte le stagioni dell’anno. A monte del tratto di interesse sportivo una grossa sorgente viene captata e incanalata in una centrale elettrica, l’acqua viene poi rilasciata poco prima delle ultime calate, aumentando molto la portata. La discesa si svolge in un ambiente isolato e impervio sempre con un abbondante portata idrica e quindi la discesa è da considerarsi impegnativa non ostante le calate siano poche, lungo il percorso ci sono molte possibilità di uscita fin prima delle ultime tre calate da cui poi bisogna scendere alla base della Civetta.

N° 5 – Val Pissavacca

Questa valle è stata per molto tempo sottovalutata fino a quando, a inizio 2021, il gruppo Vicenza Canyoning ha pensato di provare ad esplorarla, scoprendo un’insospettabile sequenza di calate in corda e meravigliose pozze di acqua cristallina. Anche questa forra scende sulla sinistra orografica convogliando le acque meteoriche degli altopiani di Luserna. Il percorso è semplice e l’ambiente attraversato suggestivo, con vertiginose pareti in cui il torrente ha scavato un profondo solco tra i calcari grigi, con continui cambi di direzione e zone di canyon molto incassate e ben levigate dove le cascate più alte creano giochi di luce sulle pareti e la progressione non è mai banale.

N° 6 – Val Rua

La Val Rua è sicuramente la forra più interessante e completa della provincia di Vicenza. Tuffi in pozze cristalline, ripidi toboga, calate in corda e lo straordinario corridoio centrale, largo in alcuni punti pochi metri e alto oltre cento, la rendono davvero straordinaria. Il suo avvicinamento è un po’ stancante e si snoda su sentiero in rapida salita ma la discesa ripaga ampiamente e l’itinerario merita un’importanza nazionale. La gola scende anch’essa dal versante di destra orografica della Val d’Astico e non bisogna farsi tradire dal fatto che alla fine del percorso il torrente sembri sempre asciutto, basta addentrarsi poche centinaia di metri, seguendo un comodo sentiero a lato, per scoprire cosa nasconda questa incredibile forra. 

N° 7 – Il Gorgo di Casotto

Non ci sono molti modi per descrivere il Gorgo di Casotto se non dicendo semplicemente: “Stupendo”. Non si tratta di una vera e propria forra ma di una serie di cascate, in un angolo di Valdastico straordinario e unico. Gli abitanti del luogo ne sono addirittura gelosi, quanto innamorati. Acque fredde e limpidissime, cascate spumeggianti, vegetazione rigogliosa, uno spettacolo di acqua e roccia. Questo è il Gorgo. Non di rado capita di incontrare fotografi e videomaker che vengono qui per immortalare questa cartolina naturale. Il flusso è sempre abbondante grazie ad una grossa risorgenza carsica, posta alla base delle pareti sommitali, il Rio Torretta e l’itinerario di discesa inizia proprio dal ponte, dove gli speleo subacquei si inoltrano verso la grotta. L’itinerario è suddiviso in due parti, collegate tra loro, così da poter scegliere quale settore della discesa effettuare, in base alle condizioni ambientali e alla portata della sorgente. Sempre verificando prima e andando a controllare anche la Val Torra laterale, che dopo piogge prolungate rilascia una quantità di acqua considerevole.

N° 8 – Valpegara Sup.

Valpegara è una profonda valle alpina che veicola le acque meteoriche di una importante area montana, il notevole dislivello e la lunghezza del percorso richiedono un ottimo allenamento e il totale isolamento impegna moltissimo anche dal punto di vista mentale. Proprio per questo la discesa della forra è stata suddivisa in due parti ben distinte, la prima “alta” non ha un forte scorrimento ma si viene comunque ripagati da una progressione molto tecnica in ambiente selvaggio. La seconda “bassa” invece è molto più acquatica, con cascate molto ravvicinate e uno scenario di sicura soddisfazione. La discesa integrale richiede un’intera giornata con un dislivello di 912m e uno sviluppo di 3.3Km

N° 9 – Valpegara Inf.

Questa è la seconda parte, più semplice, corta ma decisamente molto acquatica e divertente del grande vallone di Valpegara. Come descritto nella scheda della “Parte Alta” questo secondo tratto è conosciuto da sempre e in passato le acque venivano convogliate per uso abitativo e nelle cascate finali le massaie andavano a lavare i panni. La prima discesa torrentistica si deve a speleologi del GSM CAI Malo e se ne trova notizia sul loro bollettino “Papesatan” del 2002. Questo è un itinerario breve ma ugualmente interessante che si può percorrere in qualunque periodo dell’anno ma consigliamo la discesa dopo abbondanti piogge quando il flusso improvvisamente diviene molto forte e le cascate sorprendono per la loro inusuale portata.

N° 10 – Val Balzerach

La sequenza di cascate che compongono questo itinerario la fanno sembrare più una discesa alpinistiche che una di canyoning ma dipende molto dal periodo in cui si sceglie di percorrerla. Nel periodo estivo è praticamente sempre asciutta e di conseguenza la discesa potrebbe essere affrontata semplicemente in corda doppia ma basta cambiare stagione o percorrerla dopo abbondanti piogge ed ecco che diventa una forra di grande soddisfazione. Le lunghe calate sotto cascata in un ambiente maestoso, impervio e assolutamente irraggiungibile la rendono un itinerario tecnico e suggestivo. La cascata iniziale è conosciuta da sempre e ammirata anche dal sentiero “delle Cenge” che passa alla base dei suoi 60 metri ma tutte le altre calate sono il frutto di una recente esplorazione.

N° 11 – Ghelpach

Quando un fiume di montagna, per milioni di anni, scava e incide centinaia di metri di strati rocciosi non possono che crearsi ambienti unici e straordinari. Quello che il torrente Ghelpach ha creato nel cuore dell’Altopiano di Asiago è qualcosa di unico e favoloso. Un canyon di rara bellezza incastonato tra i pascoli del nostro amato altopiano, costellato di piccole e grandi grotte carsiche e pareti vertiginose che d’inverno si trasforma in un ambiente effimero fatto di ghiaccio e roccia e percorribile sia con tecniche canyoning ma anche speleo. Il tratto più interessante è senza dubbio quello centrale, più chiuso e verticale da cui si può uscire armando con corde fisse e risalendo le stesse con tecniche speleologiche ma volendo fare l’intera traversata si rimane senza parole dinnanzi alla grandiosità della seconda parte della valle.

N° 12 – Val dell’Orco

Questa piccola valle è un’autentica meraviglia nascosta tra le colline dei “Tretti” tra i comuni di Santorso e Schio. Il contatto tra rocce sedimentarie e metamorfiche di origine vulcanica ha permesso all’acqua di scavare un profondo canyon, favorendo lo scorrimento di tutte le acque di superficie presenti nella zona. Il risultato è una forra molto acquatica dalle pareti molto ravvicinate e ben levigate dall’erosione, con molte cascate e pozze in ambiente lussureggiante, tipico del paesaggio collinare Vicentino. Tutta la zona è stata interessata per secoli dall’estrazione di “Caolino” e talvolta anche dell’argento e ne rimane traccia in alcune piccole miniere in galleria visibili lungo l’attraversamento del canyon, oltre alla fabbrica Saccardo da cui prende nome la località dove inizia l’avvicinamento e che per la produzione sfruttava le acque della valle convogliandole in lunghi canali che oggi sono visibili come resti di archeologia industriale.

N° 13 – Val Bova

Serve una sola parola per descrivere questa valle, sorprendente. Fu scesa negli anni Ottanta, del secolo scorso, da speleologi del Gruppo Grotte CAI di Malo e poi dimenticata. Solo recentemente è stata nuovamente ridiscesa e attrezzata in sicurezza, scoprendo un itinerario a dir poco straordinario. Selvaggia e isolata, con stretti meandri e cambi repentini di direzione, continuità di cascate e scivoli la rendono un percorso completo e di grande interesse. Le rocce dell’area sono riconducibili alla stessa litologia della zona Bellunese del Nevegal e quindi possiamo accumunare la Val Bova alle straordinarie Val Maor o Val Maggiore, con strati intercalati di color bianco, rosso, verde e nero. Ricordando inoltre che tutto l’itinerario si sviluppa a meno di 3km dal centro della città di Schio. Nel complesso è una vera perla dell’alto Vicentino.

N° 14 – Val Grossa

La Val Grossa o dei Campassi è anch’essa un piccolo gioiello nascosto e poco conosciuto della pedemontana Vicentina. Scende dalla sinistra orografica del torrente Agno e il suo percorso coincide in parte con quello del tunnel o traforo Schio – Valdagno che a centinaia di metri di profondità attraversa la montagna e collega le due cittadine vicentine, passando esattamente sotto C.trà Dede da cui parte il nostro percorso. E’ una valle aperta e soleggiata dove è facile trovare vie di uscita in caso di emergenza, fin poco prima dell’ultima cascata di 13 metri dove all’improvviso le pareti si chiudono e sembra quasi di essere in grotta. 10 calate in corda in ambiente selvaggio la rendono un bel percorso da fare in mezza giornata

N° 15 – Il Calieron

La valle del Calieron è una rarità del territorio collinare Vicentino per la costante presenza di acqua praticamente in ogni periodo dell’anno. Qui il torrente Rio ha scavato nei millenni una straordinaria gola, dove le acque scendono dalla dorsale che divide le valli del Chiampo e dell’Agno e si uniscono a formare un profondo solco roccioso che dopo alcuni semplici salti esplode in tutta la sua bellezza, convogliando il flusso nella superba cascata del Calieron di ben 47m. L’ambiente è particolarmente selvaggio e le stratificazioni rocciose semplicemente uniche. Rocce calcaree di colore chiaro si intercalano a depositi basaltici dalla particolare colorazione verdastra, in un ambiente cupo e surreale.

N° 16 – Val Sigolara

Questa è la parte a monte della più famosa Montagna Spaccata, nota località turistica di interesse geologico, conosciuta fin dalla metà dell’Ottocento e frequentata in passato anche dai Sovrani della famiglia Savoia. Si tratta di una valle scavata nei calcari sedimentari del Recoarese ed il percorso si svolge in ambiente aperto e soleggiato con alcuni tratti in cui il canyon si chiude improvvisamente creando suggestive cascate. L’ambiente è conosciuto da sempre e per questo troverete qua e là targhette in metallo che riportano i nomi delle principali cascate, l’Airone, la Scala, la Garganta del Diablo. Inoltre i molti anni di frequentazione della forra hanno fatto si che ci sia una quantità sovradimensionata di ancoraggi, ragion per cui potete scegliere se percorrerla rimanendo sempre a contatto con lo scorrimento ma in caso di portate sostenute si può optare anche per alcuni traversi aerei, utili al superamento dei tratti più turbolenti. Percorsa la parte “libera” si entra in quella vincolata e qui è obbligatorio scendere utilizzando le strutture artificiali turistiche in quanto si tratta di propietà privata e non è concessa l’attività di canyoning.

N° 17 – Val Covale sinistra

Scendere questa piccola valle è una vera avventura e un’inaspettata scoperta. Lo straordinario ambiente attraversato, la sequenza ininterrotta di calate, gli improvvisi e profondi corridoi centrali, la rendono un percorso di grande soddisfazione se pur nella sua breve percorrenza. L’itinerario si sviluppa sul fondo di un affluente minore della Val Covale che a sua volta confluisce nella più importante Val Nera.Tutto questo all’interno di canyon scavati nella nera roccia vulcanica che a contatto con i depositi sedimentari ha dato origine a decine di cascate e scivoli, alcune con particolari effetti estetici dovuti agli strati verticali nerastri resi lucidi dallo scorrere dell’acqua sulle superfici.

N° 18 – Val Covale

Questo percorso attraversa il fondo di una delle principali valli che dalla sovrastante “Lessinia” scende verso la Val Chiampo e assieme al suo affluente sinistro e alla Val Nera confluisce in un unico sistema alluvionale a formare un insieme di fratture molto profonde e incassate tipiche del territorio paleovulcanico dell’alta Val Chiampo. La contrada da cui inizia la discesa si trova in provincia di Verona ma la forra geograficamente rientra a pieno nel territorio Vicentino. Geologicamente famosa per il fenomeno delle Purghe, relitti di antichi camini vulcanici, tutta la zona è ricca di canyon e cascate, molte ancora sconosciute e mai esplorate. Queste in particolare non erano mai state scese fino al 2020 e con grande sorpresa è emerso un complesso sistema che ora conta oltre 20 cascate.

N° 19 – Lo Slonfe

Questa piccola sezione è il finale della più ampia e articolata Val Nera. Il canyon è da considerarsi un vero gioiellino, celato tra oscure pareti vulcaniche dove la luce del sole stenta ad illuminare il fondo e la schiuma dell’acqua, che scende dalle cascatelle, crea un paesaggio surreale e fiabesco se pur nel suo breve percorso. Sono solo poche centinaia di metri ma visto che per arrivarci bastano poco più di 15 min. di avvicinamento, uscendo dalle forre della Val Covale o dell’affluente Sinistro non perdete l’occasione per percorrerlo.

N° 20 – Valle San Daniele

La valle di San Daniele è un lungo e complesso itinerario, unico nel panorama torrentistico della provincia di Vicenza per numero di cascate, tempi di discesa e lunghezza del percorso e si può suddividere perfettamente in due differenti settori. La prima parte è tecnica e continua, con dodici calate in corda e vari scivoli e toboga, in ambiente aperto e soleggiato. Per molto tempo la fitta vegetazione ha occultato il canyon e nessuno l’aveva mai esplorata integralmente. Solamente nel 2015 gli speleologi del GSM CAI Malo hanno compiuto con successo la sua prima discesa parziale, poi completata l’anno successivo con la discesa della parte inferiore, scoprendo un itinerario impensabile. La seconda parte, invece, è molto acquatica e non necessitano corde per la discesa. Si percorre uno straordinario canyon scavato nei calcari, molto simile per certi aspetti alle più famose forre del Bellunese, come la Val Maggiore o Val Maor. Percorrendola si affrontano molti saltini e scivoli d’acqua, oltre dieci toboga e si arriva dopo circa un ora e mezza sulla statale dove è stata parcheggiata la macchina a valle. Il gruppo Vicenza Canyoning ha poi ripetuto nel 2021 la prima discesa integrale, attrezzando completamente e in sicurezza tutto l’itinerario.

N° 21 – Il Gorgontale

La riscoperta ed esplorazione di questa forra si deve a Maurizio da Meda e alla sua inesauribile curiosità. Conosciuto da sempre ma mai disceso interamente, il canyon coniuga torrentismo e speleologia in un ambiente di rara bellezza, selvaggio e impervio. Lungo il suo percorso si aprono decine di piccole cavità carsiche tra le quali il complesso “Stria – Maratte” che con i suoi oltre 500 metri di sviluppo è stata per molti anni una delle grotte a maggior sviluppo della provincia di Vicenza. Le acque del canyon vengono drenate dal reticolo carsico quindi si raccomanda la discesa dopo abbondanti piogge, oltre alla visita alla grotta che è un’autentica meraviglia che vi consigliamo.

N° 22 – Forra del Laverda

Conosciuta da sempre ma interamente esplorata e attrezzata, negli ultimi anni, da Speleologi del Gruppo Speleologico Barbastrji del CAI Marostica, questa profonda valle vi sorprenderà per la continuità e successione dei salti e la particolare conformazione geologica. L’ambiente soleggiato e la facilità di accesso la rendono perfetta come palestra di allenamento o didattica ed è un ottimo itinerario da poter scendere durante tutto l’anno. Bisogna fare particolare attenzione al meteo in quanto, anche dopo piccoli temporali, la valle può andare in piena rapidamente, avendo un grande bacino di assorbimento che comprende ampie zone dell’altopiano di Asiago e con altrettanta velocità il flusso idrico si esaurisce, lasciando l’ambiente completamente asciutto ma comunque di notevole soddisfazione. Durante la discesa si incontrano rocce in successione che vanno dai calcari, ai calcari dolomitici e calcari selciferi e la giacitura degli strati è ben visibile grazie alla particolare erosione ma l’aspetto più particolare è il sollevamento e l’inclinazione delle banconate rocciose che verso il fondo valle si verticalizzano quasi ad invertire la normale sequenza di deposizione stratigrafica.

N° 23 – Val Forame

La piccola forra del Forame è parte di un più ampio sistema di valli carsiche, che dopo abbondanti piogge fungono da rete di drenaggio per le acque meteoriche dell’Altopiano di Asiago meridionale. Assieme alla vicina Valle del Silan forma un piccolo ma particolare complesso di cascate, percorribili tutto l’anno e collegabili tra loro, formando un interessante anello adatto agli appassionati di torrentismo. Il Forame è spesso asciutto e si consiglia la discesa solo dopo abbondanti piogge, senza però attendere troppo perché il flusso si esaurisce molto rapidamente. Si compone di alcune lunghe calate, intervallate da piccoli risalti ed ha un andamento a prevalenza verticale con progressione molto tecnica. Se si decide di scendere senza indossare la muta il superamento della marmitta, alla base del salto intermedio, necessita di un lungo e articolato mancorrente oppure di un armo di tipo speleologico con conseguente recupero del materiale. Per tale motivo vi consigliamo l’assetto classico così da poter scendere la valle senza preoccuparvi delle pozze d’acqua per poi fare un breve rientro e altrettanto breve avvicinamento alle cascate del Silan.

N° 24 – Valle del Silan

Molto conosciute e pubblicizzate come metà turistica del territorio Bassanese, le scenografiche cascate del Silan possono essere discese compiendo un veloce avvicinamento, dopo aver percorso la Val Forame. Lo spartiacque delle due valli è composto da un’antica collina morenica chiamata “Ghiron” e tutto il territorio è ricco di interessanti percorsi escursionistici. Mentre la sorella è percorsa dall’acqua solo dopo abbondanti piogge, questo itinerario ha sempre un generoso scorrimento, permettendo una bella discesa acquatica, se pur nel suo breve itinerario. Molto particolare è la sua cascata finale, ricoperta di travertino, con una profonda pozza pensile e un andamento a gobbe inclinate.

N° 25 – Val Calcino

Scendere questa valle significa soprattutto fare un lungo viaggio nella storia della prima guerra mondiale sul Monte Grappa.           Il percorso si sviluppa all’interno di un profondo canyon, impervio e inaccessibile, dove italiani e austroungarici si diedero battaglia nel 1917 dopo la disfatta di Caporetto. Lungo tutto il torrente è facile individuare residuati bellici, a memoria dei furiosi scontri e tracce indelebili dei due schieramenti. Sarebbe possibile percorrere tutta la valle anche in una sola giornata, salvo partire prestissimo e uscendo col buio. Questa scheda invece descrive un approccio più dolce, dividendo la discesa in due parti. Il primo giorno si percorre la parte asciutta fino ad arrivare all’inizio della zona acquatica e qui si bivacca per la notte alla base del cosiddetto “Mondo Strett”

L’indomani si indossano le mute e si percorre la seconda parte, acquatica e ludica fino all’uscita, in tutto circa 30 ore. Questo itinerario non rientra nel territorio della provincia di Vicenza ma è stato inserito per l’importanza storica e naturalistica che ricopre, essendo comunque a confine tra le province di Vicenza e Belluno.

N° 26 – Val Barbarena Bastarda

Conosciuta da sempre e attraversata da alcuni stupendi sentieri escursionistici, questa valle non era mai stata scesa con tecniche torrentistiche fino all’estate 2023. Impervia, isolata, ricca di grotte e anfratti naturali, la Valle Barbarena è un’autentica perla naturalistica racchiusa tra alte pareti e quasi del tutto sconosciuta. E’ percorsa da un tranquillo corso d’acqua che garantisce scorrimento in ogni momento dell’anno e lungo il suo percorso raccoglie molti piccoli affluenti, che ne aumentano la portata fino a diventare un interessante itinerario molto completo e vario.

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