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Val Barbarena Bastarda

Vicenza Canyoning

Val Barbarena Bastarda

A volte il nome di certi luoghi si perde nel tempo e non è sempre facile capirne le origini e il significato. E’ il caso della Val Barbarena, chiamata anche Bastarda… Sulle carte la sua parte intermedia è indicata come Val della Sola e più in basso ancora diventa Rio Freddo.

Siamo nell’alto Vicentino, tra i comuni di Arsiero e Tonezza del Cimone. Tutt’intorno ci sono il monte Tormeno, il Soglio Gusso e quello dei Corvi. Nessuno, fino ad ora, aveva mai guardato queste valli con gli occhi e l’interesse di chi come noi i corsi d’acqua preferisce scenderli, documentarli e topografarli. Eppure l’acqua è lì, lo è da sempre, e forse qualcuno aveva anche pensato di scendere il corso d’acqua ma poi, come al solito, non ne è rimasta nessuna traccia oppure non è sembrata interessante dal punto di vista torrentistico. Peccato perchè in realtà, lungo la discesa di questo torrente ci sono talmente tanti elementi naturali che meritano di essere raccontati e valorizzati, al punto che sapendolo prima sicuramente questa forra avrebbe meritato uno spazio all’interno del mio libro. Come facciamo sempre, come è indispensabile fare, quando si cercano nuovi itinerari di canyoning, la prima cosa è stata perlustrare i dintorni. Il primo sabato eravamo in due, io e Andrea Bottaro e salendo dal basso ci siamo avvicinati alla valle scoprendola piano piano. Parcheggiata l’auto, presso un laghetto di pesca sportiva in località “Fortuna”, ci siamo incamminati dapprima su strada asfaltata e poi sul sentiero CAI n° 538 guadagnando dislivello lungo la valle; a volte in vista del torrente, altre volte allontanandosi nel bosco e sfiorando bellissime pareti e affioramenti rocciosi, piccoli anfratti e grotte. Dopo circa trenta minuti di marcia il sentiero obbliga ad una scelta, guadare e proseguire verso destra, dove il tracciato sale ripido verso la piccola contrada di Valle II a nordovest di Tonezza, oppure continuare diritti. Noi abbiamo scelto di attraversare e continuare a salire ma se fossimo proseguiti diritti, sotto le pareti di destra orografica, saremmo arrivati dopo poco in vista di alcuni bellissimi risalti d’acqua. Proprio il tipo di ambiente che stavamo cercando ma di cui non sapevamo l’esistenza nel momento della prima esplorazione e che scopriremo poi, durante la seconda perlustrazione. Guadagnate alcune centinaia di metri di dislivello il sentiero intercetta un affluente, con un buon scorrimento, e con enorme sorpresa ci troviamo di fronte una superba cascata. Tenendoci sugli alberi ci avviciniamo al salto scoprendo che qui la parete precipita e l’acqua si getta nel vuoto per molte decine di metri. Non è questo il nostro obbiettivo ma la voglia di vedere meglio è tanta e quindi decidiamo di sospendere la salita e cercare un modo per scendere alla base. Dopo poco riusciamo ad abbassarci e arrivati sul fondo rimaniamo senza parole; non è un semplice salto ma una imponente cascata di circa 50m e soprattutto nessuno l’ha mai discesa con le corde. Una grande emozione per chi come noi cerca proprio questo tipo di ambienti.

Tutt’intorno enormi massi di crollo e piccole cascatelle alimentate dalla Val Barbarena Bastarda. Siamo immersi nel nostro elemento preferito, acqua e rocce e tutto ci sembra fantastico. Facciamo alcune foto e cominciamo a scendere rimanendo nel torrente così possiamo vedere meglio cosa ci troveremo di fronte durante la vera discesa. Più giù ritroviamo il guado incontrato salendo e da lì torniamo giù alla macchina e fantastichiamo su come scendere la grande cascata e tutto la straordinaria valle appena percorsa. Passa una settimana e il sabato successivo siamo di nuovo lì. Questa volta partiamo dall’alto per vedere da dove iniziare esattamente la discesa. Parcheggiamo in Contrà Valle II e ci incamminiamo lungo una carrareccia, stavolta siamo in tre, con noi c’è anche Mario Busato e assieme decidiamo di aggirare la testa della valle seguendo per circa trenta minuti la strada. Superiamo un primo torrentello, probabilmente Val della Vena, e passiamo in prossimità di una targa commemorativa. Poi riprendiamo il cammino cercando il punto esatto dove collegarci al sentiero che dovrebbe portarci sul versante opposto e arrivati quasi in cima, pochi metri prima di una spianata, tagliamo nel bosco cercando di seguire un esile traccia. Indoviniamo subito il percorso giusto che dopo poco si allarga leggermente e ci porta verso le cascate intraviste la settimana precedente. Il panorama è impagabile e l’ambiente severo e isolato quanto basta, a tratti esposto ma non pericoloso. Scendiamo di quota ma comincia a piovere, poco male perché le pareti sono costellate di piccole grotte e anfratti e ci ripariamo qualche minuto. Man mano che ci avviciniamo al fondo valle il rumore dell’acqua aumenta ed essendo giorni di pioggia i risalti che ci interessano ora sono gonfi e la forza della piena crea schiuma e vapore ma soprattutto il nostro stupore è alle stelle. Facciamo foto, prendiamo le coordinate e stimiamo l’altezza delle cascate. Proseguiamo su un tratto ora più largo e sicuro, probabilmente una vecchia mulattiera in parte crollata, e con un poco di marcia ritorniamo al guado incontrato la volta precedente. Da qui un meno di mezz’ora siamo nuovamente all’auto chiudendo così un virtuale anello iniziato la settimana precedente. Le due ricognizioni hanno dato i risultati sperati ed ora sappiamo da dove partire e dove arrivare, dove lasciare le auto per la navetta, quale sarà il dislivello della discesa ma non quello che incontreremo lungo il percorso. Questo è il bello dell’esplorazione e del torrentismo; attraversare luoghi spettacolari e percorrerli seguendo fedelmente il corso d’acqua. I sentieri non permettono di vedere l’intero percorso, a volte sono più in alto oppure arretrati rispetto al fondo valle, ed eventuali ostacoli o difficoltà si superano strada facendo. Nelle settimane successive viene coinvolto il gruppo Vicenza Canyoning e pianificate tutte le uscite necessarie alla vera traversata. Tra Giugno e Luglio 2023 vengono effettuate due uscite per armare in sicurezza tutti i passaggi che necessitano dell’uso di corde. Viene redatto un completo rilievo topografico ed effettuata una terza discesa dedicata esclusivamente alla documentazione con foto e video. La grande cascata alla fine risulterà essere alta 55m, con un tiro unico di corda di circa 35m. Si attraversa un maestoso portale di roccia alto oltre 10m, formato da una colossale paleo frana dove il torrente ha scavato straordinarie vasche di roccia ricolme di acque cristalline. Si scendono profonde marmitte con particolari archi di roccia, relitti della continua erosione delle acque, che qui hanno scavato spettacolari nicchie e scavernamenti nella Dolomia principale. Abbiamo vissuto una bellissima avventura e creato un nuovo itinerario di torrentismo. Estetico, tecnico, affascinante e alla portata di chi, leggendo queste righe vorrà cimentarsi nella discesa, immergendosi appieno in questi ambienti di straordinaria bellezza a due passi da casa. Magari accompagnato dal gruppo Vicenza Canyoning che continua con grande passione e impegno questo lavoro sul territorio Vicentino che pochi o nessuno aveva mai intrapreso prima e che continua a regalarci forti emozioni.

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